Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non č cosė.
Il poeta è simile al principe delle nubi che sta nella tempesta e ride dell'arciere. Esule in terra fra grida beffarde, con le sue ali da gigante non sa camminare.

Charles Baudelaire
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 "La fantasia giunge più lontano della vista" Baltazar Gracian... di Alessandra Mazzucco

Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 12/10/2008 @ 18:13:50, in I poeti, linkato 32586 volte)

                                                                                                               "Tra gli esseri umani, mormora Osip, accade come nella poesia quando riconosci la parola predestinata ai versi: nella tua vita entra una persona che non avevi mai visto prima, ma è come se avessi sempre avuto il suo viso accanto."  

Osip è il nome di battesimo del poeta russo Mandel'štam; la persona che entra nella sua vita, come la parola giusta nei versi di una poesia, è Nadežda Chazina , sua moglie. La loro storia si legge come un romanzo, ma è una storia vera: Elisabetta Rasy, con "La scienza degli addii" ha svaligiato le biblioteche per consegnarci, in una narrazione scorrevole e avvincente, la vita spezzata di due amanti, l'odio feroce della guerra civile. 

Nadežda, giovane e fragile borghese un po' viziata, incontra Osip nel 1919 in un ritrovo di giovani artisti e, a dispetto degli abiti che gli pendono addosso e dell'aria trascurata di chi ha sempre la testa altrove, viene conquistata dalla sua voce e dalle parole. Parole che non ha mai sentito, parole di poeta. Mentre la Russia, giorno dopo giorno si sfascia sotto i colpi della rivoluzione, il loro amore cresce, si fortifica e si unisce alla poesia, vissuta come un avvenimento costante e necessario, unica ricchezza e, soprattutto, unica forma di libertà. Con l'inasprirsi della dittatura staliniana, Mandel'štam verrà deportato in Siberia e non tornerà più. Nadežda, esile e vulnerabile solo in apparenza, nascondendo, ricopiando e distribuendo per anni i versi di Osip, ne diventerà la memoria, donando alla sua voce il suono dell'immortalità. 

"Sappi che mormoro, e che mormorando ti affido al raggio che dura in eterno, bambina mia"

 
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