Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non è così.
Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso.

Fernando Pessoa
Immagine
 "C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce" L.Cohen ... di Alessandra Mazzucco

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 26/03/2008 @ 21:21:41, in Sognatori tra i pennelli, linkato 4380 volte)

Quando l'anima ha qualcosa da raccontare, il talento esplode, supera ogni barriera e vola... anche senza ali. Simona Atzori  è un'artista che esprime i suoi sentimenti attraverso le immagini, utilizzando solamente gli arti inferiori. L'opera inserita qui accanto lascia senza fiato. "Si lega a sè quanto di più caro usando quanto di più prezioso abbiamo" dice, e lo comunica in questo abbraccio tra mani vigorose e dita dei piedi che si piegano e chiudono come altre mani, con tutta la passione e l'impeto di chi "sente" e sa come raccontarlo.
E' giovane Simona, è nata nel 1974, eppure ha alle spalle anni di studio, di perfezionamento e di successi. Sul suo sito è possibile visitare una galleria di numerose opere realizzate con tecniche diverse e svariati soggetti; tra i più emozionanti ci sono i quadri dedicati alla danza, altra grande passione, cresciuta di pari passo con quella della pittura. La sua vita è anche spettacolo: nella Città del Vaticano, dove è stata ambasciatrice per la Danza nell'anno del Giubileo; al Pescara Dance Festival dove ha danzato con artisti di fama internazionale e ha donato un premio, che ha preso il suo nome, a Luciana Savignano... I consensi di pubblico e critica sono davvero numerosi, sarebbe il caso di assistere di persona alle sue rappresentazioni e lasciarsi travolgere dall'entusiasmo che trasmette... In attesa che ciò possa succedere, consiglio caldamente la visita al sito in cui questa strordinaria artista si racconta attraverso le immagini, ma anche i pensieri:
"Posso dire che il mio segreto è stato quello di crederci sempre fino in fondo e di non smettere mai di sognare fino a quando anche gli altri hanno iniziato a sognare con me e la realtà ha preso il posto dei miei sogni."

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Di Alessandra Mazzucco (del 25/03/2008 @ 14:35:36, in Voci da arrossire, linkato 6200 volte)

Sono versi molto particolari, verbi, molto particolari... e nella loro successione creano quasi un vortice. Di passione, naturalmente. Le novità della poesia contemporanea sono tutte da scoprire e sperimentare: queste parole si possono leggere in due modi, a seconda dello spirito del momento.
Periodo freddo e impassibile? Leggere velocemente, quasi come uno scioglilingua e vedere se si arriva fino in fondo senza ingarbugliarsi.
Fase calda e passionale? Allora meglio leggere lentamente, cogliere ogni sfumatura e magari, alla fine, chiudere gli occhi.   


Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera...rallenta...disorientami.
 
Cuocimi bollimi addentami...covami.
Poi fondimi e confondimi...spaventami...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami...ardimi bruciami arroventami.
 
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami...
dissociami divorami...comprovami.
 
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra...riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
 
Patrizia Valduga
 
Dipinto: "Nudo sdraiato" R.Guttuso

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Di Alessandra Mazzucco (del 23/03/2008 @ 18:44:55, in Sognatori tra i pennelli, linkato 2591 volte)

"Il mio sogno sarebbe far subito ritorno a Villeneuve e non muovermi più..." così scrive Camille Claudel alla famiglia, nel 1917. Le sue parole provengono da un manicomio e non saranno mai ascoltate. Camille Claudel arriva a Parigi poco più che ragazzina già sapendo che la sua strada sarà lastricata di marmo e di bronzo: vuole diventare scultrice e anche se l'Istituto di Belle Arti è ancora di esclusivo appannaggio maschile, incoraggiata soprattutto dal padre, segue corsi privati e modella busti osservando il fratello Paul. I commenti sul suo talento selvatico e istintivo giungono presto all'orecchio di Auguste Rodin, scultore quasi celebre, che le offre di lavorare nel suo studio. Sarà l'inizio di un vincolo artistico, affettivo e psicologico che segnerà Camille fino all'ultimo giorno: diventerà la musa ispiratrice, la modella e l'amante di Rodin per dieci tormentatissimi anni, al termine dei quali, della ragazzina che determinata sognava amore e successo, non rimarrà che una pallida ombra.  
Con l'arrivo di Camille lo scultore crea una serie di opere improntate sul volto e sul corpo dell'allieva, tra cui la famosa Danaide che raffigura una donna ripiegata su se stessa, la schiena e i fianchi esposti in una bruciante sensualità. Anche il talento della modella produce opere bellissime, ma il tempo trascorre senza che Camille riesca ad affrancarsi dalla notorietà che i critici riservano a Rodin: per anni scolpisce sculture meravigliose che non vengono valorizzate e per anni serba la speranza che il suo amante si separi dalla donna con cui vive per potersi legare definitivamente a lei. Vana attesa e triste epilogo: Rodin si libera della sua musa che da quel momento produce febbrilmente numerose opere, con soggetti sempre più affranti che riflettono accorati la sua angoscia. Ne è un esempio impressionante L'età Matura, in cui una giovane implora l'uomo che viene portato via da una vecchia donna. 
Camille vive da sola, chiusa in se stessa, con il passare del tempo il vigore della sua arte stride sempre più con la fragilità della mente: non ha eclatanti atteggiamenti "da pazza", ma vive sciatta e trasandata in un piccolo studio dal quale esce solo di notte, arriverà a distruggere molti dei suoi lavori chiedendo che vengano sepolti... pochi giorni dopo la morte del padre, suo unico sostenitore, due uomini la trascinano in manicomio. La richiesta è firmata dalla madre e dal fratello, il poeta Paul, che non solo non le permetteranno di rientrare a casa, ma trascureranno ogni struggente appello e le loro visite. Camille non toccherà mai più un blocco di marmo. Solo la morte la libererà dalla sua prigionia, nel 1943, dopo trent'anni.  
      
                                     

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Di Alessandra Mazzucco (del 20/03/2008 @ 17:32:02, in Sogni sul pentagramma, linkato 7679 volte)

"Ti piace quel che ho scritto?" chiese la poetessa, "Ehi! E' perfetto per la mia musica!" rispose il violinista. E il suo pentagramma si animò di nuove note e di parole... Ecco più o meno cosa si saranno detti Luisa Zappa ed Angelo Branduardi all'esordio della loro carriera e della loro vita in comune.

                                        
 
Una canzone conquista per l'alchimia che viene a crearsi tra musica e testo e nel caso di questi due artisti, parlare di magia non è un modo di dire. Lasciando un attimo da parte "Alla fiera dell'est", brano con cui viene identificato Branduardi ancora adesso, esistono decine e decine di canzoni, alcune molto conosciute, altre da riscoprire, che sono poesia in musica. L'emozione è vivida, la melodia coinvolgente, le parole toccanti. La lievità è solo superficiale, il senso colpisce nel profondo.  
 
"Cerchi il sorriso                                                       "Cento notti, cento donne in una vita,
 con cui ti lasciò                                                         meravigliose vergini e puttane,
 fra i solchi scuri                                                         una favola inventata ormai la giovinezza...
 che il tempo disegna sul viso                                      Splendore, miseria, gloria e 
 di chi naviga il mare,                                                  malinconia...
 ed è sempre domani                                                 Ora viene la notte,
 e se il cielo vorrà..."                                                   Ora viene l'inverno, Casanova..."
 
Da "Il marinaio"                                                          Da "Casanova"

 

Musica. Poesia. Passione... la vita!

Dipinto:"L'albero della barca" di Giuliano Giuggioli 

"La Luna", uno dei brani più celebri, in un video realizzato da Michelangelo Gargiulo  

                                 

 

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Di Alessandra Mazzucco (del 08/03/2008 @ 18:21:15, in Scoprirsi poeti, linkato 1538 volte)

 

 

 

 

 

Ancora l'amore nei versi un po' folli e sfrenati di un amore... mal dato.Una sincerità disarmante per questa "poetessa per un giorno" nel descrivere, delle mille sfaccettature dell'amore, quella meno nobile e idealizzata.  
E' spietata presa di coscienza del senso del possesso, di una crudele gelosia, della necessità di essere amata. 
E' dolorosa confessione dell'incapacità di riuscire ad amare in un modo diverso, in un modo che non aggrovigli l'uomo desiderato nei tentacoli di sentimenti esaltati. 
Ma è anche la lieta scoperta di un amore, che per quanto carico di limiti e imperfezioni, non solo viene accolto, ma anche pienamente ricambiato. 
 
 
Dico ti amo che vuol dire anche amami.
Voglio il tuo liquido io da fermare nel sangue
la tua bocca e la pelle
e i pensieri, le dita. 
E' una tragica lotta
con chi non è me ma viene vicino.
Graffio l'immagine come la bestia
la lascio di sangue, oltraggiata.
Poi, sfinita, chiudo gli occhi senza più sogni. 
Così ecco l'amore. Quello maldato. 
C'è.  
Ingarbugliato tra i nodi sottili
della fame d'amore,
di un moto infinito tra sentire e pensare,
raccolto in un velo di diafane trame
che come acciaio ti avvolgono forte.  
L'amore maldato è quello che so.
Potresti tu forse un po' farne a meno?
Mi cerchi, mi prendi, hai fame anche tu
e con furia lo stringi. Per non farlo svanire. 
M.A. 
Dipinto: "Heat Lightning" di A. Wyeth

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