Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non è così.
Così tra quest'immensità s'annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi
Immagine
 "Vorrei fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi." Pablo Neruda... di Alessandra Mazzucco

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 01/02/2008 @ 18:01:21, in Poeti bambini, linkato 2817 volte)

C'è un'età in cui le parole ed i pensieri riescono ad essere spontanei perchè non ancora del tutto influenzati dal mondo degli adulti. E' l'età della scuola primaria, dei poeti bambini. I "malanni" della scuola sono sotto gli occhi di tutti e spesso se ne parla, per questo sono contenta di poter segnalare una bellissima iniziativa da parte di quella scuola che invece funziona. Dal 2000, la Scuola Primaria Toscanini di Torino, diretta dal Prof.Mario Dino, bandisce un concorso di poesia riservato ai bambini delle varie classi con una regolare giuria, una premiazione e la pubblicazione dei testi. Grazie al successo delle prime edizioni, dallo scorso anno il bando di concorso è stato esteso a tutto il territorio nazionale. 


 
Da "Poesie e filastrocche. Luci e sprazzi di albe" (Ed.Il Capitello) sono tratti questi versi: il poeta visto da una bimba di nove anni.
E' una figura antica, con penna e calamaio... ma il turbamento è senza tempo e la poesia che nasce dalla piuma, sul foglio ingiallito, ha la stessa intensità di quella scritta sul quaderno a righe, con la sferografica.  
 
 
Il poeta
afferra la piuma,
la inzuppa nel calamaio
e subito
un pensiero lo avvolge
è una rima.
Sul foglio di carta ingiallita
prende vita la poesia.
Nere son le parole
che scorrono una dopo l'altra
dolce è il loro significato.
L'emozione lo prende
fiumi di parole
dalla sua mano escono quasi tremanti.
E' l'alba
stanco per la notte
passata insonne
guarda il foglio
e con occhi umidi
e la mano stanca
si accorge
chè è nata la sua poesia.
 
 
Rachele Matteoli classe 4^ elementare
Istituto Comprensivo
"Iqbal Masih"
Bientina e Buti (Pi)

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Di Alessandra Mazzucco (del 05/02/2008 @ 21:34:32, in I Sognatori, linkato 2351 volte)

"Sognatore", un termine che fa pensare a qualcuno con la testa sempre persa tra le nuvole e una scarsa aderenza alla vita reale. Ci sono stati, invece, e ancora ci sono, personaggi con grandi sogni e grande determinazione nel vederli realizzati. Un nome: Martin Luther King. Dalla sua famosa frase "I have a dream" nascono queste pagine dedicate ai "miei" Sognatori e ai sogni, grandi o piccoli, di tutti.

 

Il sogno di Martin Luther King, pastore battista e uomo politico, era la libertà. Negli anni '50, in alcuni stati americani, la segregazione razziale era intollerabile. Un nero non poteva essere iscritto nelle liste elettorali, doveva frequentare scuole speciali, sui mezzi pubblici trovava sedili riservati ai bianchi su cui non poteva sedersi... veniva evitato, se non deriso o addirittura perseguitato.

King senti' fin da bambino, sulla sua pelle, tutto il peso di un odio gratuito, a cui non riusciva a dare spiegazioni. Crescendo, comprese la necessità di battersi per quel diritto di libertà assurdamente negato e agi'. Grazie al suo carisma ed alla passione con cui sostenne le proprie convinzioni, venne seguito da moltissime persone che si schierarono al suo fianco in una forma di lotta non violenta, ispirata al messaggio di Gandhi. Martin Luther King fu minacciato, aggredito ed arrestato. John Kennedy, non ancora presidente, pago' per lui la cauzione e continuo' a sostenere la sua causa. Grazie alla lotta non violenta, si ottenne l'abolizione della segregazione nelle scuole e nei servizi pubblici. 
Nel 1963, King guido' una gigantesca manifestazione interraziale a Washington e pronuncio' il toccante discorso che iniziava con la frase "I have a dream":      

"...E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".


Il sogno era davvero grande, non si è ancora interamente realizzato, ma Martin Luther King non riusci' a vederne che l'inizio: fu assassinato nel 1968.   
 
Dipinto: "Della stessa sostanza dei sogni..." G.Galletta

 

 

 

 

 

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Di Alessandra Mazzucco (del 07/02/2008 @ 21:52:02, in Sguardi beffardi, linkato 4620 volte)

Guardiamoci intorno e parliamoci chiaro, dice Brecht con questi versi: la natura dell'uomo è abietta e per migliorare un po' la sola cosa che serve, è il pane.  

 L'Opera da tre soldi, da cui è tratto questo brano, è una condanna senza appello alla borghesia. Nello sviluppo del racconto, i personaggi che inizialmente appaiono onesti e rispettabili, vengono trasformati dalla corruzione e dal denaro in criminali e sfruttatori. Può esserci un riscatto, una forma di salvezza? "La pappatoria viene prima, la morale dopo!" proclama uno dei protagonisti... il benessere offusca le menti, la pancia piena non fa esasperare gli animi
  

 

Voi che alla retta via ci esortate
e ad evitare il fango del peccato
prima di tutto fateci mangiare
e poi parlate pure a perdifiato.
Voi che alla vostra ciccia tenete e al nostro onore,
date ascolto, sappiatelo, è così:
solo saziato l'uomo può farsi migliore!
Pochi discorsi, il punto è tutto qui.
Della gran forma di pane, una fetta
anche ai reietti e ai poverelli spetta.
Ahimè, di cosa vive l'uomo? Solo assaltando
gli uomini, torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l'uomo è vivo solo ad un patto:
se può scordar che a guisa d'uomo è fatto.
Signori, fate a meno d'imposture:
l'uomo vive di infamie e di brutture!

Voi che dite alle donne quando possono
alzare le gonne e stralunare gli occhi,
prima di tutto fateci mangiare,
poi se volete, potrete parlare.
Voi che godete a spese del nostro disonore,
date ascolto, sappiatelo, è così:
solo saziato l'uomo può farsi migliore.
Pochi discorsi, il punto è tutto qui.
Della gran forma di pane, una fetta
anche ai reietti e ai poverelli spetta.
Ahimè, di cosa vive l'uomo? Solo assaltando
gli uomini, torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l'uomo è vivo solo ad un patto:
se si può scordar che a guisa d'uomo è fatto.
Signori fate a meno d'imposture:
l'uomo vive d'infamie e di brutture!

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Di Alessandra Mazzucco (del 07/02/2008 @ 22:33:07, in Sognatori tra i pennelli, linkato 1506 volte)

Prendiamo una giovane illustratrice, lasciamola crescere, aspettiamo che diventi mamma e frequenti un po' di bambini... può diventare una combinazione esplosiva! 

Chiara Rapaccini è un vulcano-donna di talento, idee e iniziative. Illustra libri per ragazzi, collabora con alcuni quotidiani, insegna, ma è anche scultrice, scenografa, ogni tanto disegna qualche cartone animato e allestisce mostre in giro per l'Italia. Sì, fa anche la mamma e con i bambini ha un feeling particolare perchè riesce a mettersi al loro livello e a guardare il mondo da quella prospettiva, così i suoi disegni sono decisi, buffi e coloratissimi. Ne è un recente esempio "L'uovo o la gallina", libro musicale di Faletti e Branduardi dalle fantasmagoriche immagini. Ma la sua gran voglia di raccontare non si ferma alle figure, Chiara Rapaccini è anche un'autrice di libri per ragazzi ed è un'autrice di successo perchè, quando si è piccoli, come poter resistere a titoli del tipo: "Mi sa che ciò la febbre" oppure "Mio fratello è una bestia (senza offesa per le bestie)"!? Sono testi che affrontano piccole e grandi tematiche con estrema ironia, la stessa della scrittrice, godibilissimi anche dagli adulti. Sul sito del gruppo Elio e le storie tese si può trovare una divertente recensione del libro "Babbi" che presenta varie tipologie di papà... da leggersi, assolutamente, e da riconoscersi.   
 
 
Illustrazione: "Le elezioni" C.Rapaccini

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Di Alessandra Mazzucco (del 09/02/2008 @ 19:10:18, in I Poeti, linkato 5758 volte)

Storia curiosa di bambino prodigio quella di Rubén Darío, che a cinque anni già componeva poesie e a tredici insegnava grammatica ai più piccoli e scriveva articoli sui giornali di provincia. La sua vita fu una lunga serie di viaggi che gli permisero di avvicinarsi agli autori europei, soprattutto francesi, e a farsi precursore di quel movimento chiamato modernismo, in cui la poesia diventa espressione intima di sentimenti trasformati in arte dalle parole. Raggiunse presto la notorietà grazie all'eccezionale talento, ma anche per l'indole buona e a tratti ingenua che lo caratterizzava e creava intorno a lui un'atmosfera di simpatia e di sostegno per le sue attività professionali. Nel 1893, accadde un avvenimento a dir poco grottesco: i fratelli della donna con cui aveva stretto un relazione, lo minacciarono, lo fecero ubriacare e lo costrinsero a sposare la ragazza. In effetti, se si pensa alla vicenda di Abelardo ed Eloisa, Darío fu decisamente più fortunato, però soffrì per tutta la vita questa costrizione: malgrado il congresso del Nicaragua avesse addirittura approvato una legge a misura della situazione, la moglie non concesse mai il divorzio. "Gossip" di fine secolo a parte, Darío è uno di quei poeti da riscoprire per i suoi versi sereni, appassionati, sorridenti.

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