Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non č cosė.
Il desiderio inesprimibile, che mai vita nè terra esaudirono, ora tu, viaggiatore, salpa e va' a cercarlo, va' a trovarlo.

Walt Whitman
Immagine
 ... a Torino... di Alessandra Mazzucco

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 23/10/2010 @ 19:17:16, in Tra lacrime e sorrisi, linkato 6423 volte)

"La mia lingua è nata con la mia pelle, con il battito del mio cuore." Adonis, candidato al Premio Nobel, è uno dei più grandi poeti arabi. Vive esiliato a Parigi, con un forte ricordo della sua terra d'origine, la Siria, e una grande fiducia nella potenzialità sociale della donna.  Adonis ha oggi 80 anni, è antireligioso, e in passato ha trascorso un anno in carcere, insieme alla moglie, Khalida Said, per essersi opposto ad un regime di violenza ed oppressione. Ama il mondo arabo: la sua arte, le tradizioni, la lingua, che ha contribuito a rinnovare...  e attraverso la poesia offre al mondo occidentale l'immagine dolce e seducente che purtroppo spesso sfugge a chi conosce gli arabi solo tramite le notizie dei giornali.
Possiede un' ammirazione e un rispetto innato per la donna, "il cammino dell'uomo verso se stesso": la celebra nelle sue opere, ne sostiene le conquiste sociali, la sollecita ad una continua sfida per realizzare il sogno di un mondo migliore da lasciare in eredità a figli e nipoti. "Voi che nascete per dare la vita al mondo, dovete costituire un'internazionale della pace. Voi siete l'antidoto alla violenza."   
"Specchio per il corpo dell'amante" è il titolo che Adonis ha scelto per questi versi fortemente evocativi.
Un ricordo che poco a poco confonde i sensi... sparisce, riappare... disorienta... come un profumo, che sembra di sentire.
  
Il corpo dell'amante, ogni giorno,
svanisce nell'aria, diventa profumo
volteggia, evoca tutti i profumi
si reca al proprio giaciglio
avvolge i propri sogni, si dissolve come l'incenso
riaffiora come l'incenso.
 
Le sue prime poesie sono simili al dolore di un
     bambino
smarrito nel vortice dei ponti
poichè non sa come rimanere nelle acque, non sa
     come attraversarli.
 
Adonis
 
Immagine: "I cling to your memory (stay with me)" di Julian Hill
 

 

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Di Alessandra Mazzucco (del 02/12/2010 @ 23:58:55, in Poeti innamorati, linkato 15814 volte)

"La voce a te dovuta" è una raccolta di settanta componimenti autonomi e senza titolo, ognuno dei quali, però, concorre a formare un poema unitario, incentrato sul tema dell'amore. Si tratta di una sorta di moderno Canzoniere in cui Salinas percorre la ricerca interminabile di una forma di amore assoluto, che oltrepassi i limiti della realtà contingente, del tempo, dei mutevoli stati d'animo, che vada "al di là". Per il poeta, l'arte, come l'amore, è una costante scoperta: così, come nelle domande della notte, l'impulso incontenibile di conoscere ogni cosa della donna amata porta a interrogativi che non avranno mai fine nè risposta, nella poesia Salinas si dichiara "sicuro di non scrivere mai la poesia che spiegherà tutto, la poesia totale e finale di tutto".
 
 
Cominciano ad accendersi
le domande della notte.
Ve ne sono di distanti, quiete,
immense, come astri:
chiedono da lassù
sempre
la stessa cosa: come sei.
Altre, fugaci e minute,
vorrebbero sapere cose
lievi di te e precise:
misura
delle tue scarpe, nome
dell’angolo del mondo
dove potresti aspettarmi.
Tu non le puoi vedere,
ma il tuo sonno
è circondato tutto
dalle mie domande.
E forse qualche volta
tu, sognando, dirai
di si, di no, risposte
miracolose e casuali
a domande che ignori,
che non vedi, che non sai.

Perché tu non sai nulla:
e al tuo risveglio,
loro si nascondono,
invisibili ormai, si spengono.
E tu continuerai a vivere
allegra, senza mai sapere
che per metà della tua vita
sei sempre circondata
da ansie, tormenti, ardori,
che incessanti ti chiedono
quello che tu non vedi
e a cui non puoi rispondere.


A la noche se empiezan
a encender las preguntas.
Las hay distantes, quietas,
inmensas, como astros:
preguntan desde allí
siempre
lo mismo: cómo eres.
Otras,
fugaces y menudas,
querrían saber cosas
leves de ti y exactas:
medidas
de tus zapatos, nombre
de la esquina del mundo
dónde me esperarías.

Tú no las puedes ver,
pero tienes el sueño
cercado tode él
por interrogaciones
mías.
Y acaso alguna vez
tú, soñando, dirás
que sí, que no, respuestas
de azar y de milagro
a preguntas que ignoras,
que no ves, que no sabes.
Porque no sabes nada;
y cuando te despiertas,
ellas se esconden, ya
invisibles, se apagan.
Y seguirás viviendo
alegre, sin saber
que en media vida tuya
estás siempre cercada
de ánsias, de afán, de anhelos,
sin cesar preguntándote
eso que tú no ves
ni puedes contestar.

Pedro Salinas


Dipinto di Daniel Hughes

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