Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non č cosė.
Siediti al sole. Abdica. E sii re di te stesso.

Fernando Pessoa
Immagine
 La serenità. (Grazie a Jeannine Renaux, la foto è sua)... di Alessandra Mazzucco

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 20/02/2008 @ 22:40:49, in Parole lontane, linkato 4045 volte)

Quante volte si sente parlare di Africa, della sua fame, di battaglie e di razzismo... Si organizzano conferenze, spedizioni, concerti stratosferici, ma gli africani restano laggiù: un'entità troppo lontana dal nostro mondo, una vita che si riesce a immaginare a stento, tempestata da dolori e da sollievi che noi non abbiamo conosciuto. Forse per questo motivo fa un certo effetto imbattersi nelle parole di chi ha visto scorrere eventi tanto drammatici, parole sussurrate... più spesso gridate, trasformate in poesia.
La casa editrice Edizioni dell'Arco ha intuito la necessità di alimentare queste voci, di farle giungere alle nostre case e ha pubblicato una raccolta intitolata "Poeti Africani Anti-Apartheid". Si tratta di autori in gran parte sconosciuti, provenienti da diversi paesi africani che hanno in comune la sofferenza, la speranza, ma soprattutto, una forte valenza artistica: la poesia supera ogni colore, ogni confine.    

 
  
 
Namibia
 
E' là in quel paese che ho atteso il momento della rivolta.
Il momento di tutto e di niente,
solitaria, guardo l'Africa
Dio! Sdraiarmi per strada
All'ingresso della Vita.
Questa vita che non ho chiesto.
Nascosto sotto le coltri dell'angoscia
Giace il mio Amore, annegato nel sudiciume.
Certo, lo sapevo,
Seduta sul marciapiede,
Guardo ancora quest'Africa.
Non aver paura, mi dice la voce,
Il mio cuore è grande come il mare.
E per questo
Io ti saluto; Namibia guarda
Il volo ritmato della mia mano.
Giro per le tue strade nere e bianche,
Sento che le tue radici manifestano vigore e debolezza;
Nel mio corpo, nella mia testa, nel mio sangue,
E tutto in me lo afferma.
Non so da dove vengo,
Ma so che arrivo.

 
Perpetue Kassy
 
Trad. M.Luzi Foto: M.Santi

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Di Alessandra Mazzucco (del 18/02/2008 @ 13:27:35, in Parole lontane, linkato 5708 volte)

"Dall'Angola all'Italia con amore" potrebbe essere lo slogan di Alvaro Santo, giovane poeta africano di sensibile talento che giunto nel nostro paese, ha incuriosito pubblico e critica aggiudicandosi il primo posto nell'edizione 2000 del Premio Internazionale di Poesia "Sulle orme di Ada Negri".   
Questa lirica è tratta dalla raccolta poetica Oceano de Amor, pubblicata, insieme ad altre opere, dalla casa editrice Edizioni dell'Arco. E non potrebbe esserci titolo più indovinato perchè proprio di un oceano si tratta: l'amore celebrato in ogni forma, ripetuto in un ritmo incalzante come un'onda e la sua risacca, fino a trasformare le parole in musica da cantare in un sussurro alla donna amata.
 
 Il sole dei tuoi occhi
 
Abbraccio
il sole dei tuoi occhi
assaporo il miele dei tuoi sorrisi
e vivo questo grande amore
 
Accarezzo
la luna dei tuoi sogni
le stelle dei tuoi respiri
e vivo questo grande amore
 
Vivi in me
come rosa dorata
nei giardini del mio cuore
 
Ho navigato nei tuoi sorrisi
ho viaggiato lungo il tuo corpo
e ho trovato in te
il mio porto di amore
 
Sei la stella del mio dolce mattino
sei l'onda dei miei desideri
il fuoco delle mie passioni
l'oceano d'amore
di questo mio cuore vuoto.
 
Alvaro Santo
 
Immagine di Massimo Bersani
    

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Di Alessandra Mazzucco (del 15/02/2008 @ 21:10:08, in Seducenti evasioni, linkato 1738 volte)

"La tredicesima storia"... e di storia si tratta: atmosfere cupe, misteri svelati poco per volta, personaggi improbabili eppure descritti con un'accuratezza che sa renderli reali.

Il risultato, è nascosto tra le pagine del libro, è l'autrice stessa che per voce della protagonista esprime il vero segreto di questo romanzo:
"Non posso fingere che le letture fatte da adulta equivalgano, quanto impatto sull'anima, a quelle di quand'ero piccola....... dentro di me resta sempre una brama nostalgica per il piacere perduto dei libri. Una brama che non  ti aspetti certo di vedere soddisfatta." 
Opera prima di una studiosa di letteratura francese (e sicuramente appassionata lettrice), questo libro appaga pienamente il piacere della lettura: coinvolge chi legge in una spirale di avvenimenti tali da rendere difficile la pausa tra un capitolo e l'altro, lascia spazio a riflessioni personali e, al termine, ogni più piccolo dettaglio trova la sua giusta collocazione, proprio come nelle storie che leggevamo da piccoli...
 
La trama:
Margaret Lea è una giovane donna che vive nel mondo tranquillo e sicuro della sua libreria poco frequentata. Un giorno le arriva una lettera: è Vida Winter a scriverle, un'anziana e famosa scrittrice di best-sellers che Margaret non ha mai letto. La richiesta è semplce e categorica: un soggiorno nello Yorkshire per scrivere la biografia di Vida Winter.
Incuriosita dall'offerta, che pare quasi un ordine, Margaret parte. Non immagina che, attraverso la storia che dovrà raccontare, al suo ritorno tutto per lei sarà cambiato.
 
Diane Setterfield "La tredicesima storia" Ed.Mondadori

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Di Alessandra Mazzucco (del 14/02/2008 @ 21:49:45, in Poeti innamorati, linkato 2913 volte)

Un poeta innamorato e ben consapevole di vivere un momento irripetibile. Nell'antichità si credeva che ogni bene in eccesso provocasse invidia ed una conseguenza di influssi negativi. Per questo motivo Catullo esorta Lesbia a confondere l'esatta entità dei baci: il malocchio avrebbe colpito più difficilmente il loro amore.

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo,
e i commenti dei vecchi bacchettoni
teniamoli in conto d' un soldo.
Il sole tramonta e risorge:
a noi, tramonta la nostra breve luce,
non resta che una notte di sonno senza fine.
Mille baci, dammi, e poi cento,
e poi altri mille, e altri cento,
e ancora ancora mille, e ancora cento.
Poi, arrivati a molte migliaia,
rimescoleremo il conto, per non sapere qual è,
o perchè qualche invidioso non ci faccia il malocchio,
sapendo l'esatto totale dei baci.
 
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis!
soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
 
Catullo

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Di Alessandra Mazzucco (del 12/02/2008 @ 22:11:44, in Sognatori tra i pennelli, linkato 2906 volte)

Diventò celebre per il suo innegabile talento, ma anche grazie alla  forte sete di indipendenza che le permise di affrontare con grande coraggio un mondo spesso ostile e prevenuto. Non era facile dipingere, per una ragazza del 1600, anche se figlia di un pittore... Donna affascinante e determinata, cresciuta tra tele e pennelli, Artemisia subì un'odiosa violenza da parte del suo maestro di pittura, nonchè amico del padre. Il processo che ne seguì fu talmente crudele ed umiliante da costringerla ad abbandonare Roma, ma fu così, correndo da sola, che riuscì a raggiungere i suoi desideri.
 
Ecco un esempio della forte personalità di questa pittrice: il dipinto che si vede qui a fianco si intitola "Autoritratto nell'allegoria della pittura". Per ritrarsi in questa posizione, e non semplicemente di fronte ad una tela, Artemisia dispose un gioco di specchi vicino al cavalletto, quasi una rivoluzione nella storia dell'autoritratto per quei tempi. Ha i capelli scompigliati, l'abito da lavoro con le maniche rimboccate e impugna il pennello: viva e battagliera. Inoltre la catena con la maschera e i colori cangianti del tessuto sono le caratteristiche dell'iconologia classica per rappresentare la pittura.
 
Ispirandosi a Caravaggio, che ammirava tantissimo, Artemisia dipinse una delle sue opere più celebri: "Giuditta che decapita Oloferne". Il quadro fu realizzato all'epoca del processo e il crudele realismo, la violenza e l'imperturbabile accanimento che ne emergono hanno suggerito ai critici d'arte che si sia trattato di una sorta di "regolamento di conti" da parte dell'artista.
Nei suoi viaggi toccò Firenze, Genova, Napoli, Londra, diffondendo le tecniche del realismo e del chiaroscuro, diventando famosa, ricercata e ammirata. Ricevette sostegno ed approvazione dai Buonarroti e dai Medici, diventò amica di Galileo Galilei e di Van Dick. Non sono molto numerose le opere che Artemisia ci ha lasciato, ma in tutte emerge la predilezione per una donna coraggiosa e indipendente, il suo sogno realizzato.
 
Se qualcuno avesse voglia di seguire le "tracce" di questa pittrice attraverso le strade di Roma, consiglierei di girare tra Piazza del Popolo e via Margutta con in mano il libro "Artemisia" di Alexandra Lapierre (Ed.Mondadori) che oltre ad offrire stralci del famoso processo ripescati tra gli archivi, descrive il quartiere degli artisti ed il centro della città con dettagli particolareggiati e molto suggestivi: diventa facile immaginarla, anche per chi non è propriamente un sognatore.    
 

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