Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non č cosė.
E' il tempo che si è perduto per una persona a determinare la sua importanza.

Antoine de Saint Exupery
Immagine
 L'isola di Raffaele Ariante, pittore in Assisi... di Alessandra Mazzucco

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Edgar Lee Masters
Di Alessandra Mazzucco (del 14/04/2008 @ 14:30:18, in I Poeti, linkato 2556 volte)

Un suggestivo brano musicale, racconta di un pescatore che scopre un' isola nascosta e meravigliosa. Torna verso casa convinto di poterla un giorno rivedere, ma non riuscirà più a trovare la strada: l'isola sarà perduta per sempre... A Lee Masters capitò proprio così: inseguì la poesia per tutta la vita e la trovò. Scrisse il suo capolavoro "Antologia di Spoon River" in pochi mesi, a quarantacinque anni, ottenendo un successo clamoroso, ma nonostante l'impegno e le numerose produzioni successive, non riuscì più a raggiungere lo stesso prodigio di parole e ispirazioni. Nel suo libro di memorie il figlio Hilary ricorda come a volte sorprendesse il padre "mentre leggeva e rileggeva le sue poesie e le sue pagine di prosa, quasi cercasse di scoprire come aveva fatto a scriverle"... Lee Masters in effetti era un avvocato, almeno durante il giorno, perchè la notte era dedicata alla poesia e la passione per la letteratura lo spinse fin da ragazzo a studiare da autodidatta, scrivere e leggere di tutto. Il suo grande momento giunse quando il direttore di un noto giornale gli consigliò un libro di epitaffi greci, l' Antologia Palatina, ma anche grazie ad una visita della madre con cui rievocò l'infanzia e l'adolescenza vissute tra le praterie del Mid-West. 
I personaggi descritti dal poeta sono concreti, hanno voci con cui si entra facilmente in empatia perchè abbracciano ogni sfumatura di sentimento, dal più nobile al più miserabile, in una serie di rivelazioni e di intrecci che a mano a mano che si scoprono sorprendono e colpiscono con disarmante umanità.   
Malgrado l' entusiasmo con cui anche in Europa venne accolta l' Antologia di Spoon River, il suo autore negli ultimi anni riuscì a sopravvivere grazie ai prestiti di pochi amici e a qualche conferenza. Si spense nel 1950, sulla sua lapide sono incisi questi versi:

 
"Buoni amici andiamo nei campi.
Dopo un po' di passeggio col vostro permesso
vorrei dormire. Non c'è cosa più dolce
nè più benigno destino che il sonno.
Non sono che il sogno di un sonno benigno.
Andiamo a passeggio e ascoltiamo l'allodola".  
I suoi versi.

I suoi versi.

 

I suoi versi.

 

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