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Le lettere d'amore di Vecchioni non fanno ridere
Di Alessandra Mazzucco (del 06/04/2008 @ 23:05:21, in Sogni sul pentagramma, linkato 8913 volte)

Se un professore di lettere che scrive poesie (e le canta pure), in piena notte, da solo in casa, resta senza luce e con le parole giuste, proprio quelle, da fermare sul foglio... può anche succedere che tiri giù dal letto un amico... e gli detti per telefono il testo di una canzone meravigliosa.

  


 
"Fernando Pessoa chiese gli occhiali e si addormentò e quelli che scrivevano per lui lo lasciarono solo, finalmente solo..."


 
Ecco come inizia "Le lettere d'amore (Chevalier de pas)": citando nel titolo il primo personaggio inventato da Pessoa, al quale scriveva da bambino... ed immaginando l'ultimo giorno di vita del poeta grazie ai versi scritti dall'eteronimo Alvaro de Campos pochi giorni prima di morire. 
"E la finì di mascherarsi dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c'è
e alla fine chiederle:
-Scusa se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere,
scivere di me... -
 
Ophelia Queiroz era la donna che riceveva le lettere d'amore di Pessoa. Lettere allegre, affettuose, fitte di baci e appuntamenti che, quasi senza motivo, a un certo punto cessarono. Lettere ridicole? Sì, per Pessoa le lettere d'amore erano ridicole: proprio perchè parlavano d'amore.
 
"E costruì
un delirante universo senza amore
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore."
 
"E capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c'era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di  continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo..."
 
La voce di Vecchioni è accorata e persuasiva, gli archi la accompagnano appena... quasi a sottolineare l'errore da non commettere, in un crescente rimpianto.
 
"...le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo,
se avessi ancora il tempo
per potertele scrivere..."


Il testo della poesia di Alvaro de Campos:
Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.
 
Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.
 
Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
devono essere
ridicole.
 
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.
 
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgemene
lettere d'amore ridicole.
 
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere d'amore
a essere ridicoli.
 
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole). 
Alvaro de Campos, 21 ottobre 1935 

 

Il video "Le lettere d'amore" è stato realizzato da Michelangelo Gargiulo.