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Majakovskij "Adolescente"
Di Alessandra Mazzucco (del 31/01/2008 @ 21:11:52, in Tra lacrime e sorrisi, linkato 5140 volte)

Un poeta cattura l'attenzione per i sentimenti che lascia trasparire nei suoi versi, a volte però, non ci sono allusioni velate: il linguaggio è cinico, crudo, e concede ben poco all'immaginazione.  

Il carattere irruente e sovversivo di Majakovskij si manifestò prestissimo: per due volte fu arrestato e rilasciato dalla polizia zarista, la terza volta, ancora minorenne, rimase in carcere per alcuni mesi. In questi versi c'è tutta la consapevolezza di aver perso il momento "d'oro" dell'adolescenza nella cella di una prigione e il rimpianto, mitigato da un po' di cinica ironia, diventa sprezzante, senza cedere all'autocommiserazione.   
 
  

Per i ragazzi c'è un sacco di roba da studiare.
S'insegna la grammatica a scemi di ambo i sessi.
A me invece
m'hanno scacciato dalla quinta classe.
Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.
Nel vostro
piccolo mondo
di appartamenti
crescono ricciute liriche per le camere da letto.
Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?
A me, per esempio,
ad amare
l'hanno insegnato
nelle carceri di Butyrki.
M'importa assai della nostalgia per il Bois de Boulogne,
e dei sospiri davanti ai panorami marini!
Io, ecco,
m'innamorai
dallo spioncino della cella 103,
di fronte all' "Impresa pompe funebri".
Chi vede tutti i giorni il sole
dice con sufficienza:
"Cosa saranno mai quei quattro raggi?"
Ma io
per un giallo illuminello
sopra un muro
avrei dato allora qualunque cosa al mondo.
 
Vladimir Majakovskij 
 
Dipinto: "Sole" R.Ariante