Poeti e Sognatori

...Sembra uno spazio fuori dal mondo, ma non č cosė.
L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.

Kahlil Gibran
Immagine
 In curiosa attesa del fiume dentro il mare... di Alessandra Mazzucco

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandra Mazzucco (del 27/01/2008 @ 15:15:53, in Poeti bambini, linkato 3973 volte)

Terezin, a pochi chilometri a nord di Praga, è il campo di concentramento diventato tristemente famoso come "campo dei bambini". Dal 1941 al 1945 ne transitarono circa 15.000, neonati compresi. Al termine della guerra ne tornarono meno di cento e nessuno di loro minore di quattordici anni. All'interno del campo gli adulti cercarono in tutti i modi di alleviare le sofferenze dei piccoli, innanzi tutto concentrando la loro presenza nelle case per i bambini in cui prigionieri insegnanti ed educatori riuscirono addirittura ad improvvisare una sorta di insegnamento clandestino; in seguito, allestendo con le immaginabili limitazioni, veri e propri laboratori di recitazione, di canto, pittura e poesia.  
Utilizzando ogni tipo di carta reperibile, spesso i formulari già stampati del campo o le carte assorbenti, i bambini attraverso il disegno e la scrittura, diedero sfogo alla paura di ciò che vedevano, al dolore che provavano e ai sogni che per la maggior parte di loro non sono mai diventati realtà.  
 
Molte sono le testimonianze giunte fino a noi, parlano di orrori e spaventi, di immagini di morte... eppure, come nelle righe di questa poesia, sono un inno alla vita.
 
 
Di nuovo l'orrore ha colpito il ghetto,                                         
un male crudele che ne scaccia ogni altro.                         
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.

I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco. 
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederti morire!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E' vietato morire!
 
Eva Pikova 
 
Nata il 15. 5. 29 - morta il 18. 12. 43 ad Auschwitz  
Disegno di Robert Bondy. Nato il 1. 3. 32 - morto il  6. 10. 44 ad Auschwitz
 

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Di Alessandra Mazzucco (del 31/01/2008 @ 21:11:52, in Tra lacrime e sorrisi, linkato 5136 volte)

Un poeta cattura l'attenzione per i sentimenti che lascia trasparire nei suoi versi, a volte però, non ci sono allusioni velate: il linguaggio è cinico, crudo, e concede ben poco all'immaginazione.  

Il carattere irruente e sovversivo di Majakovskij si manifestò prestissimo: per due volte fu arrestato e rilasciato dalla polizia zarista, la terza volta, ancora minorenne, rimase in carcere per alcuni mesi. In questi versi c'è tutta la consapevolezza di aver perso il momento "d'oro" dell'adolescenza nella cella di una prigione e il rimpianto, mitigato da un po' di cinica ironia, diventa sprezzante, senza cedere all'autocommiserazione.   
 
  

Per i ragazzi c'è un sacco di roba da studiare.
S'insegna la grammatica a scemi di ambo i sessi.
A me invece
m'hanno scacciato dalla quinta classe.
Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.
Nel vostro
piccolo mondo
di appartamenti
crescono ricciute liriche per le camere da letto.
Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?
A me, per esempio,
ad amare
l'hanno insegnato
nelle carceri di Butyrki.
M'importa assai della nostalgia per il Bois de Boulogne,
e dei sospiri davanti ai panorami marini!
Io, ecco,
m'innamorai
dallo spioncino della cella 103,
di fronte all' "Impresa pompe funebri".
Chi vede tutti i giorni il sole
dice con sufficienza:
"Cosa saranno mai quei quattro raggi?"
Ma io
per un giallo illuminello
sopra un muro
avrei dato allora qualunque cosa al mondo.
 
Vladimir Majakovskij 
 
Dipinto: "Sole" R.Ariante

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